Archivi categoria: America Latina

Brasile potenza: Sub-imperialismo o nuovo imperialismo?

Nel suo penultimo libro, “Brasil Potencia. Entre la integración regional y un nuevo imperialismo” (l’ultimo e’ “Preservar y compartir. Bienes comunes y movimientos sociales”, con Michael Hardt), inedito in Italia, il giornalista e scrittore uruguaiano Raul Zibechi abbandona per un attimo l’analisi dei movimenti sociali sudamericani per dedicarsi alla novità geopolitica più rilevante per il continente dalla fine della guerra fredda: l’inarrestabile ascesa del Brasile Potenza. Continua la lettura di Brasile potenza: Sub-imperialismo o nuovo imperialismo?

Brasile: perché il Dilma-bis è una vittoria agrodolce

Le elezioni

I primi sconfitti di questa tornata elettorale in Brasile sono i sondaggi. Dopo essere stata indicata come una solida contender per la rielezione di Dilma, addirittura in vantaggio al secondo turno, la candidata del Partito Socialista Marina Silva al momento della verità ha visto “sgonfiarsi” le sue percentuali fino ad un modesto 21%, pressappoco lo stesso risultato ottenuto 4 anni fa con il Partito Verde. Il peso politico personale della leader “ambientalista” è stato notevolmente ridimensionato. Continua la lettura di Brasile: perché il Dilma-bis è una vittoria agrodolce

In Bolivia la storia non si ferma piu’

Mentre in Brasile la caduta improvvisa di Marina Silva e un serratissimo ballottaggio tra Dilma Rousseff e Aecio Neves hanno scompaginato tutti i sondaggi, le elezioni boliviane li hanno confermati appieno. Continua la lettura di In Bolivia la storia non si ferma piu’

Uruguay, il partito di Mujica verso la vittoria senza maggioranza propria. “Meno sinistra nei prossimi cinque anni”.

 

Intervista a Rosario Touriño, redattrice del settimanale di sinistra “La Brecha”.

A venti giorni dal voto (26 ottobre) il Frente Amplio guidato dall’ex presidente Tabarè Vazquez conduce i sondaggi, quali sono le sue previsioni sul risultato delle elezioni?

Lo scenario più probabile a mio avviso è che il Frente Amplio si confermi al potere vincendo al secondo turno, senza raggiungere però la maggioranza parlamentare di 50 deputati per uno o due. Ciò costituirebbe uno scenario inedito per il Frente, che non avrebbe quel margine sicuro di governabilità che gli ha permesso in questi anni di approvare il genere di leggi che ha approvato. E’ una tendenza iniziata già nel 2009, quando il cinquantesimo deputato fu conquistato solo grazie ai resti.

C’è una fuga di voti?

Si, verso la sinistra e il centro. Gli analisti dicono che sarà l’elezione dei partiti piccoli. Forse per la prima volta la sinistra non Frenteamplista di Unidad Popular potrebbe conquistare un deputato, e un altro potrebbe andare al Partido Independiente, di centro. O anche al Partido Nacional, sempre di centro. Continua la lettura di Uruguay, il partito di Mujica verso la vittoria senza maggioranza propria. “Meno sinistra nei prossimi cinque anni”.

Bergoglio e i linciaggi. Del papa peronista e della direzione morale delle masse in Argentina.

Ariel Pennisi è docente alla Università Nazionale di Avellaneda (Buenos Aires), saggista, editore, coordinatore del master in Estetiche Contemporanee Latinoamericane. In un libro (1) in uscita il mese prossimo in Argentina, curato assieme a Adrián Cangi e incentrato sui casi di linciaggio avvenuti nei mesi scorsi nel paese sudamericano, Pennisi si è soffermato in particolare sulle parole del Papa, pronunciatosi in occasione dell’assassinio del diciottenne David Moreira da parte della folla inferocita a Rosario, il Marzo scorso.

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Se cambia il Brasile, cambia il continente. Presidenziali 2014: il futuro dell’integrazionismo sudamericano passa da Brasilia.

Avrebbe dovuto essere la solita corsa a due fra PT (Partito dei Lavoratori) e PSDB (Partito della Social Democrazia Brasiliana), la sfida che ha caratterizzato tutto il periodo democratico nel Brasile post-dittatura. I ’90 neoliberali di Cardoso, il nuovo millennio di “sviluppismo nazionale” a tinte socialdemocratiche, marchiato Lula da Silva e ora Dilma Rousseff. Invece nella campagna per le elezioni presidenziali del 5 ottobre prossimo e’ entrato a forza un nuovo contender, sconvolgendo il quadro politico che si andava commentando da diversi mesi: è Marina Silva, la candidata del PSB, il Partito Socialista Brasiliano. Continua la lettura di Se cambia il Brasile, cambia il continente. Presidenziali 2014: il futuro dell’integrazionismo sudamericano passa da Brasilia.

Nuovo default in Argentina?

Patria o Buitres: la prima volta e’ una tragedia, la seconda, forse, una farsa.

Gli ultimi tre-quattro giorni a Buenos Aires si sono vissuti con il fiato sospeso: uno spettro cupo ha contribuito a guastare il cielo sopra la capitale. Ha la foma di un avvoltoio e si chiama “default selettivo”, ma nessun aggettivo puo’ attenuare la carica esplosiva del termine, che 13 anni fa ha significato l’inizio di una delle crisi finanziare ed economiche piu’ devastanti nella storia moderna. Il panico si e’ diffuso assieme ai quotidiani mercoledi’ 30, quando era chiaro che i colloqui diretti tra il ministro dell’economia argentino Axel Kicilof e il mediatore Daniel Pollack, rappresentante di alcuni hedge fund statunitensi, non erano andati a buon fine. Continua la lettura di Nuovo default in Argentina?

L’indipendenza da Washington ha un prezzo, e si paga in Yuan

Cosa ci fanno XiJinping (e Putin) in America Latina

I presidenti di Cina e Russia hanno partecipato al sesto meeting BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) a Fortaleza, in Brasile, il 15 e 16 luglio passati. Entrambi hanno pero’ realizzato anche numerosi incontri bilaterali in sud e centro-america per firmare accordi commerciali e stringere allenze strategiche. La qualita’ degli accordi raggiunti da parte di paesi che rappresentano piu’ di un quarto del P.I.L. mondiale ha fatto parlare dell’inizio concreto di un trasferimento di egemonia economica dall’ occidente ai Brics in ascesa. Vediamo cosa si e’ deciso e quali sono le principali ricadute sul continente sudamericano. Continua la lettura di L’indipendenza da Washington ha un prezzo, e si paga in Yuan

Il 1978 in Argentina non finisce mai: quanto conta ancora la coppa di Videla.

Nella settimana successiva alla fine dei mondiali e alla sconfitta di misura in finale con la Germania, in Argentina il pallone tiene ancora banco. Come avevamo gia’ raccontato la striscia di vittorie brasiliane del seleccionado  aveva alimentato una sorta di epopea nazionale fatta di sfotto’ ai Brasiliani, trasferte di massa e perfino di dibattiti femministi sui muscoli di Lavezzi. E’ quindi normale che l’attenzione verso l’evento che ha totalizzato la comunicazione mediatica nell’ultimo mese non si spenga molto in fretta, fra asprissime critiche a Messi e discussioni sulla festa, poi diventata guerriglia urbana, successiva all’eliminazione . Continua la lettura di Il 1978 in Argentina non finisce mai: quanto conta ancora la coppa di Videla.

Brasil decime que se siente: pillole di un mondiale brasiliano che forse sara’ argentino.

 

Vogliono questo mondiale. Lo vogliono perche’ e’ loro, si gioca in Sudamerica. E perche’ hanno il nuovo Maradona, il “giocatore piu’ forte del mondo”, Messi. Da inizio Giugno non c’e’ esercizio commerciale che non ti regali le fixtures delle partite personalizzate con il suo logo, evidenziate, ovviamente, le partite del seleccionado nacional. Gli Argentini sono arrivati a questo mondiale tutt’altro che in sordina, volevano la finale con il Brasile, battere la squadra anfitriona a casa sua. Sfumata quella, si accontentano della rivincita contro la Germania, squadra che li ha eliminati nelle ultime due Coppe del Mondo. Ecco quindi alcune pillole di quella che, volenti o nolenti, si sta tramutando in una grande epopea nazionale. Continua la lettura di Brasil decime que se siente: pillole di un mondiale brasiliano che forse sara’ argentino.