Il 27 ottobre, alla vigilia del secondo turno presidenziale in Brasile, l’architetto principale della mega-investigazione “Lava Jato”, l’ex procuratore generale della repubblica Rodrigo Janot, ha espresso il suo voto per il candidato del Partito dei Lavoratori (PT) Haddad, “contro l’intolleranza “. Quest’ultima, inaspettata, dichiarazione si aggiungeva ad altre che, nei giorni e nelle settimane precedenti, avevano confermato il posizionamento di gran parte dello spettro politico moderato se non a favore di Haddad, almeno contro l’ex capitano dell’esercito Jair Messias Bolsonaro e il suo discorso razzista, machista e omofobico. D’altro canto invece il protagonista assoluto dell’indagine, il giudice federale Sergio Moro, che ha mostrato simpatia per la candidatura di Bolsonaro, a tal punto da essere stato scelto come nuovo ministro della Giustizia già nelle ore successive al voto. Continua la lettura di Bolsonaro presidente: una tragedia per il Brasile, un salto nel vuoto per la regione