La sinistra Italiana e i mondiali Brasiliani: due o tre cose che so sulle proteste sociali in corso.

Con la Coppa del Mondo ormai a meta’ del suo svolgimento, e con i media che dipingono le proteste sociali come “affievolite”, si consolida nella sinistra Italiana la concezione dell’opposizione al mega evento sportivo come operazione elettorale manovrata dalla destra Brasiliana e da interessi stranieri miranti al “regime change” nel Paese sudamericano

Una letture degli eventi che va contrastata, con una premessa doverosa: non si tratta di gonfiare numeri con lo scopo di demonizzare l’operato dei governi latinoamericani in chiave filo-statuintense, alla maniera di Yoani Sanchez con Cuba, per intenderci. Ma di sfidare l’intangibilita’ dell’epica nostrana del “socialismo del XXI secolo” sudamericano con lo sguardo critico dei movimenti sociali, senza cadere nella difesa acritica di presunti governi “socialisti” da un lato o nella retorica liberal sui diritti umani, dall’altro. Da sinistra.

E i movimenti di base Brasiliani ci dicono che:

I mondiali in Brasile sono iniziati almeno un anno fa con la Confederations Cup, e finiranno fra due anni, con le olimpiadi di Rio. Sarebbe infatti sbagliato analizzare l’opposizione sociale alla Coppa del mondo senza tenere conto.

Le manifestazioni di piazza hanno finito per concentrarsi sui grandi eventi sportivi, ma che protagonisti non e’ solo la “nuova classe media” affamata di maggior consumo, ma anche “ancora poveri” (che non stanno affatto tutti con il governo) e con molteplici obiettivi: democrazia di base, critica al modello di sviluppo, diritti delle comunita’ indigene.

Lle proteste sono iniziate, cosi’ come gli arresti e le morti (decine fra manifestanti e giornalisti) nel Giugno 2013, in occasione della “Confederations cup”, inzialmente attorno alla mobilita’ urbana, ma saldandosi nei mesi con scioperi (quello delle maestre elementari di Rio e’ durato due mesi, dall’agosto all’ottobre 2013), proteste contro la repressione nelle strade e nelle favelas, rivendicazioni delle comunita’ indigene.

I soldi pubblici spesi per l’organizzazione DEGLI eventi (non solo i mondiali, ma anche delle future Olimpiadi) seppure non saranno stati sottratti agli investimenti in salute ed educazione sono a buon diritto rivendicati dai Brasiliani come risorse proprie, da destinare al riequilibrio della disparita’ sociale e non al profitto dei pochi che beneficeranno degli eventi sportivi.

L’avvicinarsi della scadenza mondiale ha significato un escalation della repressione sociale, con la militarizzazione delle favelas attraverso le operazioni di “pacificazione” anti-narcos, uso di idranti, elettroshock e palottole di gomma piu’ volte letali, arresti preventivi.

La costruzione degli impianti ha dato vita a fenomeni di gentrificazione ed espulsione dei settori popolari dalle citta’. Per citare un solo esempio, l’edificio che in fronte allo stadio Maracana’ a Rio che ospitava la “’Università Indigena Aldeia Maracanã” e’ stato piu’ volte sgomberato per realizzare attivita’ commerciali connesse alla FIFA, un misto di gentrificazione e violazione dei diritti delle comunita’ indigene, dato che si trattava di un ancestrale territorio indigeno fagocitato dall’espansione urbanistica.

 L’ apparato mediatico (principalmente il giornale di destra “Globo”) che come in altri paesi latinoamericani (Venezuela, Argentina) e’ tendenzialmente anti-governativo ed emanazione diretta del Capitale nazionale, ha si sostenuto le proteste in un primo momento, ma si e’ subito dedicato ad una sua demonizzazione quando le istanze di protesta hanno preso una forma nettamente politica, orientata a sinistra. In ogni caso, non si conoscono precedenti di proteste sociali non soggette a tentativi di strumentalizzazione politica.

 La FIFA produce le stesse devastazioni ovunque vada, non solo in Brasile. I grandi eventi sportivi, non e’ un mistero, sono un momento di formidabile accumulazione di Capitale, con corollario di gentrificazione, demolizioni e speculazione. Le demolizioni di “shacks” realizzate in Sud-Africa nel 2010 lo dimostrano, ma anche il “Nord-Europa” non en e’ stato immune: non era la FIFA, ma la preparazione dei giochi olimpici di Londra 2012 ha significato (seppur a livello minore) la demolizione di case popolari per far spazio alle struttre sportive. Quindi quello che forse manca e’ un’analisi organica del ruolo dei grandi eventi nel sistema capitalistico e di come combatterli, ovunque (o EXPO no e la FIFA si?).

Che se e’ etnocentismo ritenere che il mondiale non si debba disputare solo nel sud del mondo, teatro di aspre contraddizioni sociali e grandi disegualita’, lo e’ allo stesso modo squalificare gran parte delle manifestazioni come eterodirette, guidate da interessi antiprogressisti. Vi rimane sottintesa la visione che le societa’ sudamericane, in quanto non mature, non sarebbe in grado di sviluppare una protesta sociale autonoma con obiettivi propri.

Che lo Stato non e’ in alcun modo estraneo alla repressione sociale in atto a favore di interessi privati (o la F.IF.A. e’ un ente pubblico?) installando anzi una sorta di “stato d’eccezione” . Il governo “socialista” di Dilma Roussef ha recentemente approvato quelle che sono state chiamate leggi “della Coppa del Mondo”: la legge n.12.850 del 2013, conosciuta come “Legge sul crimine organizzato”, che oltre a prevedere pene detentive fino ad 8 anni restringe il diritto a riunirsi pubblicamente e permette alla polizia di sorvegliare comunicazioni telefoniche e via internet di chiunque senza permesso legale da parte di un tribunale.Oppure la legge n.12.663 del 2012, conosciuta come “Legge generale della Coppa” che abolisce il diritto di sciopero per alcune categorie di lavoratori. Per la prima volta si definisce “atto terroristico” qualsiasi tipo di protesta, manifestazione, corteo, atto politico individuale o collettivo che si verifichi in corrispondenza di un grande evento.A questo si aggiunge una repressione sistematica delle forme di giornalismo “indipendente” ed arresti preventivi di militanti politici in accordo con l’Interpol e le leggi internazionali antiterrorismo, nonché l’utilizzo della “Legge di Sicurezza Nazionale” n.7.170 promulgata sotto la dittatura che per- mette condanne fino a 10 anni per i manifestanti.

Risulta per cio’ molto difficile comprendere come la legittimazione dello stato Brasiliano come super-potenza regionale (anche attraverso l’organizzazione di mega eventi come la Coppa del Mondo o le olimpiadi) in un ottica di ordine globale multipolare possa essere letta come un sicuro miglioramento per la sua popolazione. A meno che davvero non si stia ripetendo la favola che gli interessi delle classi popolari coincidano con quelli dello Stato.

Sarebbe forse piu’ utile, evitando di cadere nella trappola mentale per cui ogni atto contro un governo “progressista” sarebbe un favore al “nemico”, ricondurre il mondiale brasiliano nell’alveo di una serrata critica anticapitalista, denunciandolo per quello         che e’: un altro grande evento dal costo (economico e sociale) pubblico e il profitto privato. Di piu’, si dovrebbe riconoscere il potenziale di una protesta sociale massiva che per la prima volta minaccia di alterare il percorso altrimenti rettilineo della invasione capitalista di ogni angolo dell’esistenza, footbal compreso, e farne la base per una futura opposizione internazionalista al circuito globalizzato dei grandi eventi.

Rifiutare una visione etnocentrica e “occidentalista” significa in questo caso accettare che siano i movimenti sociali brasiliani a dettare modalita’ e parole d’ordine della protesta. E che questa possa ben andare fuori dal seminato “modernista” tipico della nostra cultura politica e proprio anche dei governi “socialisti” latinoamericani, contemplando ad esempio l’opposizione sociale delle comunita’ indigene, che muove da  e verso una “cosmogonia” a noi sconosciuta.

 

 EXTRA:

Dossier (portoghese) sulle violazioni dei diritti umani collegate al mondiale

http://www.agb.org.br/2012/documentos/dossic3aa-megaeventos-e-violac3a7c3b5es-dos-direitos-humanos-no-rio-de-janeiro.pdf

 Pagine facebook utili per seguire le poteste in corso

https://www.facebook.com/FIPRJ

https://www.facebook.com/midiaNINJA?fref=ts

 

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