In un periodo in cui il noto distributore di contenuti audiovisuali sembra impegnato in una guerra fredda attualissima, occupandoci, e preoccupandoci, le serate con evil russians di ogni tipo (Stranger Things, Chernobyl, Trozky), così cattivi da essere francamente noiosi, vero peccato mortale, il film brasiliano di denuncia “Democracia em vertigem” viene a scompaginare le carte. Produzione propria uscita da un paio di settimane, ci ricorda che Netflix è anche una piattaforma per operazioni coraggiose, come “Sulla mia pelle”, film sugli ultimi giorni di Stefano Cucchi che nessun altro voleva distribuire. Continua la lettura di Quando la democrazia muore lentamente. Recensione de “Democracia em vertigem” (Netflix).
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Brasile: la B di brics fuori dalla nuova banca?
La Banca centrale contro il governo sui finanziamenti al fondo comune.
La notizia è passata praticamente inosservata ovunque, Italia compresa. Ad inizio mese la banca centrale brasiliana ha cercato di bloccare i trasferimenti finanziari destinati alla capitalizzazione della “banca dei Brics”, il fondo comune di sviluppo da cento miliardi di dollari approvato al VI meeting nel luglio scorso . Come ha rilevato J. Carlos de Assis, economista dell’Università Federale di Rio de Janeiro, l’atto, più che indirizzato a salvaguardare le riserve estere del paese, appare come un sabotaggio politico contro l’emancipazione del Brasile dal circuito classico Banca Mondiale-Fondo Monetario Internazionale.
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Brasile: perché il Dilma-bis è una vittoria agrodolce
Le elezioni
I primi sconfitti di questa tornata elettorale in Brasile sono i sondaggi. Dopo essere stata indicata come una solida contender per la rielezione di Dilma, addirittura in vantaggio al secondo turno, la candidata del Partito Socialista Marina Silva al momento della verità ha visto “sgonfiarsi” le sue percentuali fino ad un modesto 21%, pressappoco lo stesso risultato ottenuto 4 anni fa con il Partito Verde. Il peso politico personale della leader “ambientalista” è stato notevolmente ridimensionato. Continua la lettura di Brasile: perché il Dilma-bis è una vittoria agrodolce